Il vangelo di oggi presenta Gesù che prega la sua preghiera sommo sacerdotale alla vigilia del suo sacrificio sulla croce e alla presenza dei suoi discepoli. Gesù prega e chiede al Padre di conservarli “nel suo nome”. Gesù desidera ardentemente che il suo “gregge” sia protetto e al sicuro quando non è più con loro. Gesù prega per l’unità dei suoi discepoli e per tutti coloro che vogliono credere in lui. La preghiera di Gesù per il suo popolo è che siamo uniti a Dio Padre nel suo Figlio e attraverso il suo Spirito Santo e siamo uniti insieme, in unità con tutti coloro che sono membra del corpo di Cristo. Che pastore premuroso e amorevole abbiamo! Viviamo uniti nella Santissima Trinità e con ogni membra del corpo di Cristo?
Rendiamoci conto che Gesù vuole che in noi la sua allegria sia completa. Desidera colmarci della sua allegria. Questo non significa che non abbiamo la nostra croce, giacché «il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo» (Gv 17,14), ma Gesù si aspetta da noi che viviamo con la sua allegria senza preoccuparci di ciò che il mondo possa pensare di noi. L’allegria di Gesù deve impregnarci fino all’intimo del nostro essere, evitando che il fragore superficiale di un mondo senza Dio possa penetrare in noi. Viviamo e trasmettiamo l’allegria di Gesù?
Gesù pregò che i suoi discepoli fossero santificati e consacrati nella verità e santità di Dio. Come Gesù è stato chiamato dal Padre a servire nella santità e nella verità, così anche noi siamo chiamati e attrezzati per il compito di servire Dio nel mondo come suoi ambasciatori. La verità di Dio ci libera dall’ignoranza e dall’inganno del peccato. Ci rivela la bontà, l’amore e la saggezza di Dio. E ci dà sete della santità di Dio. Lo Spirito Santo è la fonte e il donatore di ogni santità. Quando permettiamo allo Spirito Santo di operare nella nostra vita, Egli ci trasforma con il suo fuoco purificatore e ci trasforma a somiglianza di Cristo. La tua vita è consacrata a Dio?